venerdì 27 agosto 2010

26/08/2010 Pizzo Badile


Pizzo Badile - via Cassin

dopo qualche giorno di scalata in dolomiti con Nicolas e Gian, riprende il lavoro...ma non lamentiamoci, fosse sempre così piacevole!?!?!?!?!

Con Max continuiamo a seguire le orme di Cassin, e più percorriamo le sue vie e piu abbiamo rispetto per questo grande uomo ed alpinista che negli anni 30 ha dato grande spettacolo e lasciato tracce indelebili.
La via da lui salita sulla parete NE del Pizzo Badile è un semplice capolavoro di bellezza e logicità.
Penso che chiunque avesse attaccato quella parete, quello stesso giorno, avrebbe seguito quest'itinerario...o almeno ci avrebbe provato:-)
La roccia è da sogno, la linea segue le belle fessure che solcano la parete e le difficoltà sono per i nostri tempi non estreme.

Il famoso camino di uscita è un budello faticoso che offre una scalata poco elegante, ma con friends medio grandi si protegge bene...per fortuna è un tiro solo...gli altri tiri sono veramante una scalata "plaisir"!!!

Accesso: La Valchiavenna si raggiunge da Milano fino a Lecco e Colico per poi passare il confine Italo Svizzero. Raggiunto l'abitato di Chiavenna, dopo pochi chilometri si raggiunge Bondo. Si attraversa il villaggio di poche case, si paga un biglietto di entrata di 9 Euro e si percorre la strada sterrata che porta al parcheggio.

Avvicinamento: Dal rifugio Sacs Fourà (1h30m....sentiero verticale!!!) si prende il sentiero segnato bianco e blu per il VIALE. Usciti dal bosco il sentiero tira verso sinistra per mantenersi in seguito vicino alla crestina. Si raggiunge un grande ometto che segna l'accesso al Viale. Continuare in direzione dello spigolo N, costeggiare una parete compatta evidente fino contro delle placche lisce. Risalire un breve tratto ripido (II+/III) per raggiungere l'intaglio dove lo spigolo N parte. Scendere per una decina di metri sul versante opposto (ripido ma non difficile) e continuare a traversare fino ad uno spit con Maillon per calata. Una corda doppia di 30 m porta sulla cengia d'accesso alla via Cassin. Percorrerla interamente fino a sbattere contro il diedro Rebuffat.

Relazione: terminato il diedro Rebuffat (bellissimo, il secondo tiro è un arco verso destra, molto caratteristico) seguire sempre le fessure logiche verso sinistra. Pochi chiodi sui primi tiri. Arrivati in un camino-intaglio evidente vi sono alcuni tiri piu difficili (5b, sempre verso sinistra in direzione dell'estremo sinistro di un tetto ad arco) che portano in mezzo ad una placca. Salire ora diritti per linea logica (dov'è piu facile) per due lunghezze. Si arriva così dove solitamente vi è un nevaietto. Traversare a sinistra in direzione di un grande diedro ad L roveciata. Risalirlo per 30m e sostare a destra su un terrazzino (2 chiodi). Ribaltarsi fuori dal diedro e continuare nel diedro parallelo a destra fino a sbucare su delle placche. Andare nuovamente a sinistra (1 chiodo) per trovarsi su uno speroncino piu facile che conduce ai camini. Seguirli fino in cresta.

Materiale: una serie di friends (anche piccoli) fino al 3 camalot, fettucce, 12 rinvii, 2 corde da 60 sono utili per la discesa, casco. Informarsi sempre presso il rifugio se sulla cengia d'accesso è presente neve o no e quindi decidere se i rampono e la picozza sono indispensabili.

Difficoltà: 5c abbastanza obbligato nel camino.

Note: la maggior parte delle soste sono in posto, alcune a spit altre a chiodi.

Discesa: Noi siamo scesi per lo sperone N. Le doppie possono essere complicate a causa del terreno a scaglie che spesso fa incastrare le doppie. Se si scende invece sul rifugio Gianetti (versante S) il giorno dopo bisogna prevedere 5 ore per rientrare al rifugio Sacs Fourà.


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