domenica 28 novembre 2010
di ritorno a Gokyo...e ora?
abbiamo passato 4 giorni al campo base con Nicolas e Marine a 5350m, un po per acclimatarci e un po per preparare Marine alla salita con esercizi di cramponage e risalita di corde fisse.
Purtroppo Marine, ieri mattina (giorno della salita), non era in gran forma percio' dopo averla riaccompagnata alla tenda, io e Nic abbiamo salito la cresta del Nireka 6200m in sole 3h30 per 900m di dislivello con pendenze fino a 70 gradi.
Noi stiamo bene ma il tempo non e' con noi...ieri abbiamo' approfittato di una pausa del vento per portare a termine la salita in parte sotto la neve. Ma da stanotte la furia del vento ha ripreso e si fatica a stare in piedi anche sul sentiero.
I nostri programmi??? ora ci prendiamo due giorni di riposo qui a Gokyo e intanto stiudiamo il dafarsi. Il vento sembra arrivare dal Tibet e dalla cresta di confine dove si trova il nostro obbiettivo principale, il chackung. Nei prossimi giorni vedremo se spostarci piu lontano dal confine perseguendo un obbiettivo diverso ma altrettanto impegnativo, o se il vento si placa di attaccare la parete del Chackung.
vi terremo aggiornati, intanto qualche foto della salita al Nireka.
a presto,
Enrico e Nicolas
mercoledì 24 novembre 2010
GOKYO!!!
oggi abbiamo visto la montagna e le condizioni sembrano ottime. Unica incognita: il vento.
Oggi Enrico e Nicolas sono "a riposo", mentre per domani è prevista la partenza per la salita di acclimatamento, perciò
martedì 23 novembre 2010
QUASI A GOKYO!!! ...MA IL TEMPO E' BRUTTO...
venerdì 19 novembre 2010
PRIME NOTIZIE DAL NEPAL!!!
Erano da poco passate le 9 di questa mattina (le 13 ora nepali) quando ho ricevuto la prima mail che mi dà notizie di Enrico e Nicolas dal Nepal...
mercoledì 17 novembre 2010
PARTITI!!!
Alle 15 di ieri, martedì 16 novembre, Enrico e Nicolas si sono imbarcati sul volo per Doha, da dove proseguiranno per Kathmandu. Ci siamo, dunque. Tra pochi giorni saranno pronti a partire con il trekking e l'avventura avrà inizio.
Tutti noi seguiremo il loro percorso passo passo grazie ai messaggi, alle mail, ai materiali fotografici che saranno in grado di inviarci. A tutti voi che deciderete di vivere con noi questa esperienza, grazie. Siete già in tanti, e le statistiche ci dicono sempre di più (oltre 4mila contatti in un mese!).
Restate con noi, dunque. Il viaggio è iniziato!
giovedì 11 novembre 2010
CHAKUNG 7.036MT: SI PARTE!!!
Con la conferenza stampa che questa mattina nel Municipio di Aosta ha annunciato tutti i dettagli tecnici della spedizione, è finita la lunga preparazione ed è arrivato il grande momento...
Al via la spedizione delle guide alpine valdostane Bonino e Meli
Obiettivo: tre prime assolute sul Chakung, nel Khumbu nepalese
Il ritorno in Himalaya è previsto per il 16 novembre con il patrocinio del Comune di Aosta
La spesa è totalmente finanziata dai due alpinisti, che partono con una cliente francese
AOSTA, 11 nov 2010 - Apertura della via di ascensione, prima salita italiana e in stile alpino, prima traversata. Il tutto su uno stesso Settemila himalayano. Sono i tre ambiziosi obiettivi che le guide alpine valdostane Enrico Bonino, 29 anni, di Villeneuve, e Nicolas Meli, 31 anni, di Sarre, si pongono con la nuova spedizione che li vede protagonisti. Dopo la fortunata esperienza dello scorso anno, quando la coppia ha concluso con successo l’apertura di tre nuove vie nell’Himalaya nepalese, Bonino e Meli torneranno infatti in Nepal il 16 novembre per una nuova avventura. Meta: il Chakung, 7.036 mt, vetta del Khumbu nepalese che giace tra due giganti ben noti alle cronache alpinistiche: Cho Oyu e Pumori.
Le analisi a distanza della montagna hanno convinto i due alpinisti, che fino all’ultimo hanno tenuto in considerazione anche soluzioni alternative di livello tecnico inferiore, della fattibilità dell’ambizioso progetto di aprire una nuova via di salita lungo l’inviolata parete Ovest, lunga 1.900 metri. Se le condizioni e la forma fisica lo renderanno possibile, Bonino e Meli tenteranno dunque di scalare la parete e poi, una volta raggiunta la vetta, di scendere per la cosiddetta Via di Giapponesi lungo la cresta Sud Ovest. “Come l’anno scorso - afferma Bonino - la nostra etica ci impone una logistica ultraleggera che ci permetterà di realizzare la prima salita italiana e in stile alpino della montagna per una via nuova e la prima traversata”. I due terranno quindi fede al famoso - ma diffuso solo nella ristretta cerchia dei “puristi” - stile leggero, di totale autonomia, senza l’utilizzo di corde fisse. Nel totale rispetto di questa filosofia, porteranno con sé tutto il materiale necessario alla salita senza dover scendere e salire più volte.
Non tutto però è già deciso. “La linea che seguiremo - aggiunge Meli - sarà decisa in loco in base alle condizioni della montagna. In ogni caso, abbiamo già la certezza che questa parete saprà darci filo da torcere. Il tipo di via, data l’imponenza della parete, è infatti più himalayano rispetto a quelle aperte lo scorso anno nella stessa regione. In ogni casocercheremo di salire per un itinerario tecnico”. Oltre alla linea, in loco andrà poi deciso anche il momento dell’attacco alla vetta, sulla base delle condizioni del terreno, del tempo e dello stato psico-fisico dei due alpinisti. In ogni caso, le previsioni stimano un periodo totale di circa 35 giorni per acclimatamento e salita.
Ma come trascorreranno il tempo necessario a preparare il tentativo i due alpinisti? A rendere particolare questa spedizione è anche questo aspetto, perché non sarà la solita estenuante attesa che in genere caratterizza le grandi imprese himalayane. Non godendo del supporto finanziario di alcuno sponsor (ma solo del gentile contributo di un amico), Bonino e Meli hanno infatti deciso di portare con sé una cliente francese durante la salita di acclimatamento al Nireka, 6.200mt. “Una volta di ritorno a Gokyo - racconta Bonino - Pasang Sherpa riaccompagnerà la ragazza a Kathmandu, mentre Nicolas ed io partiremo senza portatori alla volta del Chakung. Avremo sulle spalle cinque giorni di cibo e attrezzatura per bivacco in parete, e ci resteranno solo 15 giorni circa per un tentativo. Prevediamo di rientrare il 19 dicembre... ma di certo non a mani vuote”.
IL CHAKUNG
Il Chakung fa parte dell'Himalaya del Khumbu nepalese e si trova a poche ore dal villaggio di Gokyo, tra due giganti: Pumori e Cho Oyu. La sua vetta misura 7036m e si erge a sud del colle Nup La, sul lato est del Negojumba Glacier, che forma il confine tra Nepal e Tibet. Nonostante la vicinanza di colossi superiori agli 8000, il bacino semicircolare formato dal versante Est del Cho Oyu, dalla parete sud del Gyachung Kang e dallo stesso Chakung, rimane un angolo dell’Himalaya poco esplorato e poco visitato dal turismo moderno.
E’ stato salito per la prima volta il 19 Aprile 2003 da una cordata giapponese salendo per la cresta SW (Takashi Shiro, Kanji Shimitzu, Tadashi Morita, Katsuo Fukuhara). Alcuni dei membri della spedizione fecero un primo tentativo nel 2001 che però diede scarsi risultati a causa delle cattive condizioni di innevamento. Lo stesso aprile 2003, solo cinque giorni dopo, una cordata di Koreani (Jeon-Am, Kim Seung-Koo, Kim Seung-Ho, Jeon-Chan II, Yoo Cheoi- Mok) raggiungeva la cima del Chackung salendo una breve variante all’inizio dell’itinerario, attaccando la cresta direttamente e non per il fianco W, ma in merito si hanno pochi dettagli. La prima salita fu effettuata in stile Himalayano tramite l’utilizzo di corde fisse, un campo base avanzato e due campi in quota.
I PROTAGONISTI
Enrico Bonino – 29 anni, Guida Alpina della Valle d’Aosta, residente a Villeneuve. Negli ultimi 13 anni la sua intensa attività spazia tra Alpi occidentali e orientali, con una predilezione per l’alta montagna e la ricerca degli ambienti più isolati anche all’estero: tra Madagascar e Stati Uniti, tra Thailandia, Nepal e India. Nel 2005 e 2006 partecipa alla formazione di giovani Afgani (in Afghanistan, nelle regioni del Panshir e Wakhan) alla professione di portatori d’alta quota e guide di trekking, sotto il patrocinio dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness. Nel 2009 vive tra le montagne del Nepal per 3 mesi, condividendo salite con clienti e soci abituali, con i quali ricerca angoli selvaggi, nascosti tra le montagne del turismo.
Nicolas Meli – 31 anni, Guida Alpina della Valle d’Aosta, residente a Sarre. Tra la roccia e il ghiaccio, in montagna sale vie importanti nel massiccio del Monte Bianco e del Monte Rosa. Con i clienti ama scoprire itinerari meno conosciuti e percorsi, ricercando il piacere
dell’avventura. Ha già avuto modo di esplorare la regione dell’Himalaya con Enrico Bonino, con il quale ha condiviso l’apertura di tre vie su pareti difficili e inesplorate. Ha definito la nuova spedizione come “il primo passo verso i giganti dell’Himalaya”.
GLI SPONSOR
Parte finanziaria La parte economica della spedizione “Chakung 2010” è stata interamente finanziata dai partecipanti e da un contributo privato donato generosamente da un caro amico e compagno di avventure sui ghiacci delle Alpi.
Parte tecnica La spedizione si avvale del supporto tecnico di due case leader nella produzione di materiale alpinistico, che hanno gentilmente offerto il loro materiale. Scarpa, azienda leader nella produzione di calzature per l’alpinismo, con la quale Bonino collabora per lo sviluppo di nuovi prodotti, ha fornito agli alpinisti gli scarponi Phantom 6000, modello di punta che, avvalendosi di materiali di ultima generazione in grado di garantire leggerezza, calore e tecnicità su ogni terreno, resta al momento ineguagliato sul mercato. Pur essendo uno scarpone con scarpetta termica interna, ha un peso di appena 1000g ed è estremamente tecnico e preciso per arrampicare su terreno difficile anche ad alta quota.
La collaborazione con Scarpa prosegue sulla scia dell’esperienza dello scorso anno, quando Bonino e Meli hanno utilizzato proprio il prototipo di questo scarpone per aprire tre vie moderne nella regione del Khumbu. Black Diamond, altro leader mondiale nell’attrezzatura da alpinismo, ha garantito quest’anno un supporto importante fornendo gli attrezzi per la scalata.
In particolare, la dotazione comprende le piccozze Cobra, in carbonio, vero “gioiello” tra le piccozze moderne da terreno tecnico in alta montagna, e i ramponi Cyborg in acciaio inox, ultimi nati di casa Black Diamond, perfetti per una salita in stile alpino su terreno variabile.
LA SPEDIZIONE 2009
Partiti alla fine del 2009 con l’intento di salire il Chakung per la cresta SW, Enrico Bonino e Micolas Meli sono stati “respinti” dagli inconvenienti logistici che spesso possono presentarsi in questi paesi. Questo è il racconto che Enrico Bonino ha lasciato di quanto accaduto:
“Vista l’impossibilità di tentare l’itinerario stabilito, non siamo stati con le mani in mano godendoci la vacanza, ma ci siamo subito guardati in torno alla ricerca di nuovi obiettivi. Dopo alcuni giorni bloccati dal maltempo al villaggio di Lungden, non potevamo che notare i disegni evidenziati dalla neve sulla roccia sognando di poter seguire quelle linee con le piccozze e i ramponi. Appena tornato il Sole, il sogno diventa realtà e saliamo “Ramri Keti” (1100m, WI5+/M7/5a), che in nepalese significa bella ragazza, e come tale è corteggiata, proprio come la via che da lì a poco avremmo salito sulla parete del Hama Yomjuma 5970m.
A quel punto, il nostro amico Francesco Cantù deve tornare in Italia. Nicolas e io riprendiamo un progetto cominciato l’anno prima con un collega, poco lontano dal Renjo Pass, famoso colle panoramico che dà accesso ai laghi di Gokyo. Con una toccata e fuga in giornata saliamo “M’han dato 5 al modulo di misto” sulla punta inviolata che chiameremo Peak Khhancha (600m, ED-, WI6, M7, A2, X, IV) 5800m, come il nostro super portatore che ci ha aiutati durante tutto il viaggio, a trasportare il materiale per le vie fino ai campi base.
Non contenti delle due belle realizzazioni saliamo quello che sarà il fiore all’occhiello della spedizione: “The Phantom of the Opera” (800m, ED+, WI4+, M6+, 6b/A1, A2, V) sulla parete NE del Kajo Ri 6189m, dedicata alla nuova linea di calzature SCARPA”.
mercoledì 10 novembre 2010
Domani 11 novembre, alle ore 11:00 la conferenza stampa nel municipio di Aosta
SPEDIZIONE ALPINISTICA AUTUNNO 2010
CHAKUNG (O HUNGCHI) 7036 m
(Himalaya del Nepal)
Veronica Balocco ( balocco@ecodibiella.it)
Periodo: novembre/dicembre 2010
TRA GEOGRAFIA E STORIA
Nonostante la vicinanza di colossi superiori agli 8000, il bacino semicircolare formato dal versante Est del Cho Oyu, dalla parete sud del Gyachung Kang e dallo stesso Chakung, rimane un angolo dell’Himalaya poco esplorato e poco visitato dal turismo moderno.
Il Chackung è stato salito per la prima volta il 19 Aprile 2003 da una cordata giapponese salendo per
La prima salita fu effettuata in stile Himalayano tramite l’utilizzo di corde fisse, un campo base avanzato e due campi in quota.
Obiettivo: la nostra spedizione si pone come obbiettivo di salire la montagna lungo l'inviolata parete W alta 1900m. Se la fatica e le condizioni ce lo permetteranno vorremmo, una volta raggiunta la vetta, scendere per la via dei giapponesi lungo
Data l'imponenza della parete, il tipo di via è sicuramente più himalayano rispetto alle vie aperte lo scorso anno nella stessa regione, ma cercheremo di salire, allo stesso tempo, per un itinerario tecnico.
Periodo: post-monsonico da metà novembre a fine dicembre 2010
Durata della spedizione: si prevede un periodo totale di circa 35 giorni tra acclimatamento e salita.
Team: la squadra sarà composta da 2 alpinisti guide alpine della Valle d’Aosta che nel 2009, nella stessa regione, hanno portato a termine 3 prime salite su pareti inviolate, in stile alpino.
Chakung 2010 gli alpinisti:
Enrico Bonino – 29 anni, Guida Alpina della Valle d’Aosta, residente a Villeneuve. Negli ultimi 13 anni la mia intensa attività spazia tra alpi occidentali ed orientali prediligendo certamente l’alta montagna e ricercando gli ambienti più isolati anche all’estero: tra Madagascar e Stati Uniti, tra Thailandia, Nepal e India. Nel 2005 e 2006 ho partecipato alla formazione di giovani Afgani (in Afghanistan, nelle regioni del Panshir e Wakhan) alla professione di portatori d’alta quota e guide di trekking, sotto il patrocinio dell’associazione ambientalista Mountain Wilderness. Nel 2009, sono rimasto tra le montagne del Nepal per 3 mesi, condividendo salite con clienti e soci abituali, con i quali abbiamo ricercato angoli selvaggi, nascosti tra le montagne del turismo, salendo tre pareti inviolate.
Ho già avuto modo di esplorare questa regione dell’Himalaya con Enrico, salendo pareti difficili e inesplorate. L’obiettivo di quest’anno è un’ottima occasione per incrementare la nostra esperienza, una spedizione importante su una montagna di 7000m, il primo passo verso i giganti dell’Himalaya.
Durante la spedizione:
· Aggiornamenti dal campo base e dai campi alti sulla salita visibili tramite i primari canali di
· Documentazione fotografica e video dell’attività alpinistica e dell’aspetto sociale e culturale delle popolazioni locali.
· Test di materiali forniti con eventuale relazione tecnica.
· Invio cartolina celebrativa con loghi sponsor.
Al rientro:
· Programmazione di serate con proiezione di fotografie e video
· Comunicati stampa
· Articoli su riviste specializzate e non.
· Disponibilità di materiale fotografico e video utilizzabile per la promozione (su richiesta)
SPONSOR
Quest’anno la parte economica della spedizione è stata interamente finanziata dai partecipanti e da un contributo privato donato generosamente da un caro amico alpinista, e compagno di belle avventure sui ghiacci delle alpi.
Per quanto riguarda il materiale invece, due case leader nella produzione di materiale alpinistico ci hanno dato fiducia fornendoci materiale di alta qualità per affrontare il nostro obiettivo.
Ecco gli sponsor e una piccola descrizione dell’attrezzatura fornitaci:
La Scarpa, al momento leader nella produzione di calzature per l’alpinismo, con la quale collaboro per lo sviluppo di nuovi prodotti, ha da poco messo a punto la nuova linea Phantom con materiali di ultima generazione che garantiscono leggerezza, calore e tecnicità su ogni terreno.
Nello specifico, dato il tipo di spedizione che andremo ad affrontare, l’azienda ci ha fornito il modello Phantom 6000, che attualmente sul mercato non ha paragoni. Pur essendo uno scarpone con scarpetta termica interna, ha un peso di appena 1000g ed è estremamente tecnico e preciso per arrampicare su terreno difficile anche ad alta quota.
Già lo corso anno abbiamo utilizzato il prototipo di questo scarpone aprendo tre vie moderne nella regione Himalayana del Khumbu. Quest’anno abbiamo messo a punto lo scarpone in ogni suo particolare in modo che ci possa garantire la massima performance durante la salita al Chackung.
Altra marca leader mondiale nell’attrezzatura dell’alpinismo è la Black Diamond che quest’anno ci ha dato un supporto importante fornendoci gli attrezzi per la scalata.
Le piccozze Cobra, in carbonio, sono il “gioiello” delle piccozze moderne per l’utilizzo su terreno tecnico in alta montagna. La leggerezza, l’ergonomia, la perfetta curvatura e la lega di acciaio estremamente resistente non possono che darci fiducia in ogni momento della scalata.
Allo stesso tempo non potevamo che adottare i ramponi Cyborg in acciaio inox, ultima trovata della Black Diamond. Più leggeri e super efficaci quando si tratta di penetrare il ghiaccio o appoggiare su piccole asperità della roccia, sono l’attrezzo perfetto per una salita in stile alpino su terreno variabile.
SPEDIZIONE 2009…3 VIE NUOVE SU TRE PARETI INVIOLATE
Partiti con l’intento di salire il Chackung per la cresta SW, siamo stati “respinti” dagli inconvenienti logistici, che spesso possono presentarsi in questi paesi.
Non siamo stati, però, con le mani in mano godendoci la vacanza, ma ci siamo subito guardati in torno alla ricerca di nuovi obiettivi.
Dopo alcuni giorni bloccati dal maltempo al villaggio di Lungden, non potevamo che notare i disegni evidenziati dalla neve sulla roccia sognando di poter seguire quelle linee con le piccozze e i ramponi.
Appena tornato il Sole, il sogno diventa realtà e saliamo “Ramri Keti” (1100m, WI5+/M7/5a), che in nepalese significa bella ragazza, e come tale è corteggiata, proprio come la via che da lì a poco avremmo salito sulla parete del Hama Yomjuma 5970m.
Purtroppo il nostro amico Francesco Cantù ha finito le vacanze e deve tornare in Italia.
Nicolas Meli ed io riprendiamo un progetto cominciato l’anno prima con un collega, poco lontano dal Renjo Pass, famoso colle panoramico che dà accesso ai laghi di Gokyo.
Con una toccata e fuga in giornata saliamo “M’han dato 5 al modulo di misto” sulla punta inviolata che chiameremo Peak Khhancha (600m, ED-, WI6, M7, A2, X, IV) 5800m, come il nostro super portatore che ci ha aiutati durante tutto il viaggio, a trasportare il materiale per le vie fino ai campi base.
Non contenti delle due belle realizzazioni saliamo quello che sarà il fiore all’occhiello della spedizione: “The Phantom of the Opera” (800m, ED+, WI4+, M6+, 6b/A1, A2, V) sulla parete NE del Kajo Ri 6189m, dedicata alla nuova linea di calzature SCARPA.
Al nostro ritorno vi sono state pubblicazioni sui siti:
Planetmountain.com
Montagna.tv
Enricobonino.blogspot.com
Odyssee-Montagne.com
Alpinist.com
Climbing.com
Axess-mountain.com
Sulle riviste:
Pareti
Montagne Magazine
Stampa locale “La Vallée” a più riprese a cura di Oriana Pecchio
Eco di Biella a cura di Veronica Balocco
Serate di foto e video:
Biella: presso il locale Mov Ing in collaborazione con il negozio Axcess Mountain
Torino: presso il Monte dei Cappuccini in collaborazione con la scuola di Alpinismo G.Gervasutti
Rivarolo: sede del CAI in collaborazione con il club 4000.
venerdì 5 novembre 2010
Les Drus - Couloir NE
Les Drus per il canale NE - via Cecchinel Jager
Nel 1973 due alpinisti francesi, Walter Cecchinel e Claude Jager si avventurano verso la parete NE dei Drus. In 4 giorni salgono una via nuova ed estrema per l’epoche che li vedrà entrare nella storia dell’alpinismo. Il couloir NE dei Drus è infatti la prima grande via di ghiaccio salita nel massiccio del Monte Bianco con l’utilizzo di due piccozze.Così, durante uno dei più importanti exploits di alpinismo nelle Alpi si inaugurava la tecnica della piolet traction in alta montagna.
È difficile guardare il monolito dei Drus ed immaginare che quest’immensa montagna di granito possa avere una linea “debole” e che presenti difficoltà e terreni di tutt’altra natura che quelli rocciosi. La parete Ovest con la sua maestosità e vie famose come la Diretta Americana, o spettacolari crolli sul pilastro Bonatti hanno catturato l’attenzione di alpinisti e turisti. Il couloir NE è un itinerario nascosto che spesso solo gli alpinisti che amano il ghiaccio e les grandes courses invernali sognano di percorrere. È un itinerario estremamente vario che si svolge in ambiente serio che racchiude in se tutti i tipi di terreno che la montagna verticale può offrire.
Con Max Lucco e Nicolas Meli abbiamo deciso di avventurarci in questo angolo nascosto seguendo le orme degli apritori, veri maestri di alpinismo che con i loro attrezzi rudimentali hanno salito una via di gran classe e che nonostante gli attrezzi di cui disponiamo oggi, resta una via molto impegnativa.
Accesso: Da Aosta si raggiunge Chamonix per il traforo del Monte Bianco. Parcheggiare nei pressi del trenino di Montenvers.
Avvicinamento: Dalla stazione superiore del trenino di Montenvers scendere sul ghiacciaio per mezzo di scale metalliche molto esposte. Attraversare io ghiacciaio e dirigersi verso un quadrato bianco disegnato sulle pareti rocciose di fronte. Risalire nuovamente delle scale metalliche ripide e seguire il sentiero attrezzato finche questo non sormonta la parte ripida della falesia. Dalla balconata il sentiero principale piega decisamente a destra per raggiungere il rifugio della Charpoua. Non seguirlo e cercare sulla sinistra un esile sentiero (al momento vi è un ometto) che traversa a sinistra in direzione dei Drus. Quando il sentierino sparisce si è ormai alla base della gigantesca morena, molto evidente dal trenino. Risalire quest’ultima fino alla sua sommità (base della parete ovest dei Drus) dove vi sono numerosi posti da bivacco confortevoli. Il giorno successivo, puntare alle rocce poco sopra la morena e accedere al ghiacciaio nel migliore dei modi. L’attacco della via è ben visibile dal posto da bivacco. Quest’anno il ghiacciaio si percorre agevolmente dapprima sulla sua sinistra (orografica) per poi aggirare da sinistra a destra un’enorme crepaccio.
Relazione: Dalla crepaccia terminale seguire il canale principale fino alla base dell’attacco diretto della goulotte. Appena prima di entrare nel profondo camino si trova la prima sosta sulla sinistra, alla base di placconate verglassate.
L1: spostarsi una decina di metri diagonalmente a sinistra per poi proseguire diritti in direzione del muro ripido (65m, delicato, poco proteggibile, roccia talvolta poco solida) fino ad una sosta a chiodi con cordino rosso.
L2: aggirare il muro ripido a sinistra ma senza spostarsi troppo in direzione del diedro marcio evidente, ma salire al meglio verso un diedro a destra con corda fissa. Sostare alla base del diedro. Niente sosta attrezzata.
L3: risalire il diedro fino al suo termine dove una cengetta ed un passo atletico in fessura larga portano alla base della fessura Nominé. Sosta a chiodi.
L4: togliere i ramponi. La fessura Nominé è molto ripida e piena di chiodi per poter salire in arrampicata artificiale. Alla fine del muro ripido vi è una sosta molto scomoda perché obbliga a restare appesi. Proseguendo sulla terrazza soprastante e superando uno strapiombo di roccia rotta si arriva ad una sosta a chiodi più comoda.
L5: traversare qualche metro a destra verso un diedro obliquo con alcuni chiodi. Seguirlo fino al suo termine integrando con protezionio veloci fino a raggiungere una terrazza con sosta a chiodi.
L6: poco a destra vi è una fessura larga, seguirla per 7-8m e uscire a destra su un terrazzino con nut incastrato. Continuare per fessura più sottile in direzione di una grande lama staccata che si dovrà percorrere faticosamente in arrampicata o in artificiale (vedi materiale per l’attrezzatura necessaria). Io suggerisco di sostare su friends in cima alla scaglia e sotto uno strapiombo di blocchi, e recuperare i secondi di cordata.
L7: mettere i ramponi. Superare lo strapiombo e proseguire per terreno misto in direzione del canale superiore fino ad una sosta su chiodi.
L8-9: goulotte 60-75 gradi. Sosta su ghiaccio.
L10: aggirare a destra il salto di rocce, 80 gradi. Sosta su ghiaccio.
L11: salire il muro ripido al meglio. Talvolta si forma una striscia di ghiaccio centralmente, dove sono presenti dei chiodi. Quest’anno si passa più logicamente a sinistra per un salto di rocce ben proteggibile ma non facile, che porta su un terrazzo con sosta a chiodi.
L12-15: seguire il canale che con pendenze tra i 70 ed i 50 gradi porta alla breche dei Drus.
Discesa: In doppia sulla via fino all’inizio della goulotte superiore. Successivamente si scende lungo la direttissima (quindi sull’asse del canale). Servono corde da 60m.
Materiale: una serie di friends dai TCU al camalo 4. Sull’ultimo tiro di roccia per rendere più veloce la scalata per il primo di cordata e per i secondi suggerisco di portare un camalot #3, 2 x #3.5, 1 x #4. Sono poi indispensabili 3-4 chiodi da roccia a lama e universali per rinforzare le soste, cordini da abbandono, 8 viti da ghiaccio, qualche nut ma non indispensabili, rinvii, corde da 60m, piccozze tecniche, ramponi, casco, frontale.
Difficoltà: per i primi 3 tiri di misto dipende dalle condizioni e dalla presenza e dalla qualità della corda fissa della quale conviene dubitare. Per quanto riguarda la parte rocciosa 5c/A1 faticoso su roccia non sempre solida. Per il ghiaccio WI4, con un tratto più ripido se c’è ghiaccio.
Note: Il couloir NE è una via impegnativa, difficile e faticosa che richiede grande dimestichezza e velocità su ogni tipo di terreno: roccia, ghiaccio, misto e neve. Su ogni tiro della via si può perdere facilmente tempo. Anche nella parte alta, con difficoltà di ghiaccio oggigiorno non estreme, si arriva stanchi e nulla appare banale.
Anche la discesa, a volte effettuata al buio, non è da sottovalutare, nonostante si faccia in corda doppia.
Bellezza: *****